A causa della malattia della Bluetongue (febbre catarrale degli ovini), che in molti casi uccide le pecore e che soggiorna in capre, bovini e ruminanti selvatici, che non si trasmette all’uomo, e che viaggia grazie agli insetti da animale ad animale.
A causa della sua rapidità di diffusione, si è determinato il blocco delle movimentazioni dei capi potenzialmente infetti verso aree libere da malattia. Inoltre, in caso di movimentazione, gli animali devono essere trattati con insetto repellenti e i mezzi di trasporto con insetticidi.alla Fiera di santa Apollonia quest’anno non ci saranno i bovini da latte. La malattia, che colpisce prevalentemente ovini e caprini, può colpire in forma meno grave anche i bovini. Nella forma acuta gli animali muoiono per asfissia ed il primo sintomo è la febbre, che persiste per 6-8 giorni, seguita da inappetenza, rapida perdita di peso, lesioni alla mucosa orale e la lingua può diventare tumefatta e cianotica (da questo il nome di «blue tongue», lingua blu).
Le rigide temperature di questi giorni (che arrivano sotto lo zero) sono in grado di uccidere i moscerini che sono i principali vettori di contaminazione (il virus non si trasmette da animale ad animale) e i veterinari Ats hanno buone speranze di non vedere il propagarsi del contagio, ma ovviamente, dato che per ora è in corso, nessuno ha aderito alla fiera rivoltana.
Il perché è presto detto: l’Istituto zooprofilattico di Lombardia ed Emilia Romagna ha definito una vasta zona di sorveglianza (un raggio di 50 chilometri dal focolaio) e una zona di protezione (100 chilometri dal focolaio) e Rivolta d’Adda è appena fuori da essa. Il che la rende zona franca, ma per portare i bovini a Santa Apollonia gli allevatori dovrebbero attraversare la zona di protezione, e nessuno se l’è sentita di correre questo rischio.
La fiera agricola quindi – lo conferma il sindaco Fabio Calvi – sarà senza bovini da latte. Restano i cavalli e gli animali da cortile, che occuperanno parte della tensostruttura dedicata alla esposizione bovini, che era già stata prenotata molto tempo prima del diffondersi del morbo.
Note: Articolo a cura di Silvia Tozzi
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