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Ex provinciale 1: un incubo lungo 9 chilometri

I sindaci: «Ingestibile». Strada declassata a comunale: dopo l’incidente mortale Spino e Rivolta insorgono contro la Provincia
  • Pubblicato in data: 16/10/2022
  • Fonte: La Provincia di Crema e Cremona

L’ex provinciale 1, declassata a comunale, finisce al Consiglio di Stato dopo l’ennesima tragedia stradale.

L’incidente mortale di giovedì 13 ottobre 2022, in cui ha perso la vita il bidello 25enne di Reggio Calabria Francesco Campolo, ha purtroppo riportato all’attenzione della cronaca l’estrema pericolosità dei nove chilometri del tracciato che collega il paese con Spino. Un’arteria stretta e con lunghi rettilinei che si alternano a curve insidiose, dove in passato si sono verificati diversi incidenti gravi.

Da oltre un anno il nastro di asfalto è stato declassato dalla Provincia a strada comunale. Decisione subito impugnata dal Comune spinese davanti al Tar. Il tribunale amministrativo regionale, però, aveva respinto la richiesta di sospensiva del provvedimento adottato dalla Provincia. Nella giunta convocata giovedì sera, l’amministrazione spinese ha deciso di appellarsi al Consiglio di Stato.

«Non abbiamo le forze economiche per accollarci la gestione della strada, che di fatto è un’arteria di grande comunicazione utilizzata anche dai mezzi pubblici – sottolinea il sindaco di Spino, Enzo Galbiati–: assurdo che la Provincia ce l’abbia rifilata tra capo e collo senza prima confrontarsi con noi e intervenire per una messa in sicurezza che comprendesse la posa della nuova segnaletica, rifacimento dell’asfalto e lavori per allargarla. Non dico interamente, ma almeno nei punti più stretti e dunque pericolosi, dove fanno fatica ad incrociarsi due veicoli».

Spino ha competenza su tre chilometri di arteria, nel territorio rivoltano rientrano gli altri sei. «Le motivazioni addotte dal Tar per respingere il nostro ricorso ci sembrano davvero inconsistenti e prive di logica – aggiunge Galbiati –: si sostiene che per i collegamenti tra i due paesi sia disponibile una viabilità alternativa, facendo riferimento alla provinciale Rivolta-Pandino e poi alla Bergamina. Assurdo, si tratta di un giro più lungo di oltre 10 chilometri, che infatti nessuno fa. Non per nulla l’ex provinciale uno è utilizzata dai pullman di linea del trasporto pubblico. Inoltre ci passano i mezzi pesanti che servono aziende agricole e alcuni stabilimenti, più tutto il traffico locale che da Spino si muove verso nord. Non si può certo definire una strada secondaria. Chiediamo che la gestione torni in capo alla Provincia».

Pur non avendo presentato ricorso – era in carica la precedente giunta Calvi – anche l’amministrazione rivoltana guidata dal sindaco Giovanni Sgroi appoggia le richieste di quella spinese. «Sei chilometri di strada da gestire non sono sostenibili: non abbiamo assolutamente i fondi per farlo – sostiene il primo cittadino –: l’arteria è una provinciale tout court, sia per la mole di traffico che la utilizza, compreso il trasporto pubblico, sia per l’importanza della stessa».


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