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I 70 anni di Emiliano Mondonico

Il Mondo, la malattia, la speranza, e il suo cameo nel video dei Controtempo
  • Pubblicato in data: 11/03/2017
  • Fonte: Blog Alto Cremasco

Giovedì 9 marzo ha compiuto 70 anni mister Emiliano Mondonico, bandiera grigiorossa sia come giocatore che come allenatore. Con la Cremonese ha conquistato nel 1984 la promozione in serie A. Ha vinto una Coppa Italia con il Torino, è arrivato in finale di Coppa Italia con l’Atalanta, ha chiuso terzo in Serie A con il Torino nel 1991-1992 e l’anno dopo si è arreso nella finale (senza perdere) di Coppa Uefa all’Ajax. Rivoltano doc, al suo paese ha dato tantissimo, e Rivolta lo ricambia con un amore profondo.

Mondonico è ora in convalescenza: a cinque anni di distanza si è ripresentata la malattia, e un mese fa è stato operato (ecco perché non c’era con il bar a Riolta Vecia durante Santa Apollonia). “Le battaglie più difficili le sto combattendo per mettere al tappeto la brutta bestia che bussa alla mia porta – ha confessato in un’intervista resa al quotidiano Il Giornale proprio in occasione del suo compleanno – Ma io non mi arrendo. Se tornerò ad allenare? La malattia non mi permette di essere al 100% e se non sei al massimo non puoi buttarti nella mischia. Mi consolo con quelle cinque cose terribili che mi hanno tolto dallo stomaco”.

Intanto, la rock band emiliana Controtempo, ha realizzato il video di Caro Allenatore con protagonista proprio il Mondo. Appaiono in cameo anche Ancelotti, Trapattoni, Sandro Giacobbe e Beppe Carletti dei Nomadi. La figura dell’allenatore è descritte come colui che insegna a giocare sul serio, trasmettendo la voglia di dare il massimo dentro e fuori dal campo. Il brano arriva in un periodo socio-culturale nel quale si sente fortemente il bisogno di riportare lo sport alla sua essenza, ossia quella di “palestra di vita” in grado di insegnare il rispetto, la lealtà, l’impegno costante e il confronto visto come sana competizione.

Il progetto Caro Allenatore è sostenuto e promosso in collaborazione con I Nomadi, la Nazionale Italiana Cantanti e i Centri Giovanili di don Antonio Mazzi. Ideali che anche il Mondo, che da anni collabora con L’Approdo (che ha fornito tre dei giocatori che si sono esibiti nei mondiali homeless), condivide: “Il calcio è un veicolo di valori sani. Ma il calcio da solo può far poco. Prima di tutto all’educazione di un ragazzo deve pensarci la famiglia. Sono i genitori che devono insegnare ai ragazzi. Senza l’educazione corretta il rischio è poi quello di ritrovarsi ragazzi giovanissimi, che solo perché diventati ricchi, si perdono per strada. Ed è un vero peccato”.


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Note: Articolo a cura di Silvia Tozzi
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