Il nostro saluto al Rifugio Baranci

Premessa

Il 31 agosto 2010 ha chiuso uno dei più famosi rifugi dell'Alta Pusteria, il Rifugio Baranci.
Nei giorni seguenti abbiamo scritto una lettera personale di saluto a Rudi ed al suo storico rifugio. Lettera che ha avuto dei piacevoli risvolti e che ha lasciato un ricordo ancora più bello di Rudi e del suo rifugio.
La pubblichiamo anche qui, perchè possa essere un ricordo per tutti.
Caro Rudy,
mi permetto di rubarti alcuni minuti e di considerarti un amico per raccontarti una storia.


30 anni fa non ero ancora nato, sarei nato pochi anni dopo. All'età di 1 anno ero già a Dobbiaco a tentare, sulla strada verso Villabassa, i miei primi passi. Poi sono cresciuto e da bambino la mia prima meta insieme alle "sorgenti della Drava" era il Rifugio Baranci.
Son diventato ragazzo, a Luglio andavamo nella nostra casa di Dobbiaco e prima di affrontare vette, cime e forcelle, la prima gita d'allenamento era al Baranci (sempre a piedi... la seggiovia non si poteva mai usare, troppo semplice!).
Poi son iniziate le vacanze con gli amici, d'estate e d'inverno, e la "padellina del Rifugio Baranci" è diventata un must, un obbligo.
Ora ho quasi 30 anni, la casa da Dobbiaco s'è spostata nella splendida e tranquilla Sillian, ma le gite al Baranci, con gli amici di sempre, ma anche con i nuovi, son rimaste.

Domenica 31 gennaio eravamo tutti al Baranci con slitte e snowboard. La "padella" è stata ancora d'obbligo per tutti, accompagnata qua e là da qualche tirtlan e qualche canedarlo.
Sabato 4 settembre io ed i miei amici siam partiti da Milano carichi ed entusiasti per dare l'ultimo doveroso saluto al Rifugio (sapevamo, dal vostro sito, che avrebbe chiuso). Salendo dal sentiero lungo le fonti e le vecchie terme, nonostante un cartello d'avvertimento che c'aveva dato un terribile presagio, pregustavamo già l'ultima padellina. Avevamo tutto il kit fotografico con noi: una foto con Rudi la dovevamo aggiungere al nostro decennale album!

Ma eccoci, s'intravede già la stazione a monte della seggiovia: il clima però non sembra lo stesso di sempre, un'apparente calma si contrappone ad un rumore di ruspa. Il mio amico urla «Non c'è più! non c'è più». Pochi secondi e vediamo quel che rimane del rifugio. Altri minuti ed assistiamo alla demolizione dell'ultima parete in una grande nuvola di polvere. Puff. Cerco d'avvicinarmi nel cantiere per vedere se trovo un ricordo utile: magari la nostra adorata e sognata padellina! Perfetto cimelio per la stube della casa di Sillian, ma resta ben poco, anzi nulla.
Un po'tristi, con la lacrima al volto, facciamo le ultime foto ricordo e scendiamo per i prati in cerca di un altro ristoro...

Ho cercato di raccontare una storia, la mia storia. Una delle tante storie che fanno da cornice alla vostra. Una storia di 30 anni. La storia del Rifugio Baranci.

Ci spiace solo di essere arrivati tardi per l'ultimo saluto, per una foto con te, un abbraccio, un grazie ed un in bocca al lupo per il futuro. Tanti, tanti ricordi son finiti sotto quelle macerie. Da quando il rifugio era "appena nato", alla terrazza, all'avvento dei palmari per le ordinazioni (mi sa che siete stati i primi!), al FunBob, alle cene con il gatto delle nevi ed i rompicapi di legno, alle patate alla stufa. Sfogliavo le vecchie fotografie e ricordavo. Passano gli anni, cambiano i tempi.

Ti ricorderò, ti ricorderemo.

Grazie Rudy.
Grazie al tuo staff.
Grazie alla tua cucina che in pochi minuti, rapidissimi, sfornava cibi e dolci.
Grazie alla nostra amatissima Padella del Rifugio Baranci

Grazie!

Roberto Regazzoli e i ragazzi dell'ateRgroup

Links:
La scheda del Rifugio Baranci nel nostro database rifugi
La scheda del nuovo Rifugio Gigante dei Baranci nel nostro database rifugi
Le fotografie del Rifugio Baranci nel nostro database rifugi