Sabato sera, mentre alla locanda storica allestita dalle 20, in Cascina Carlotta, con cena con menù (del pellegrino o del ruffiano) e musica rinascimentale, tutti i 120 coperti erano esauriti, a Rivolta d’Adda la Compagnia della Fenice (da Argenta), compagnia mercenaria (i Lanzichenecchi) di fanteria del periodo tra il 1480 e il 1530, e la Compagnia d’Armi Strategemata, con i Veneziani fra il 1480 ed il 1530, hanno rappresentato il Sacco di Rivolta, che si è svolto all’indomani della Battaglia di Agnadello, nel maggio 1509.

Rivolta sabato è caduta in 15 minuti, con i mercenari, guidati da Luca Guglielmi, a risalire, armati di archibugi e alabarde, da via Cereda facendo ripiegare i Veneziani, rappresentati dalla Compagnia d’Armi Strategemata (da Treviso. Normalmente specializzati nel rappresentare i padovani) con cotte di maglia e gambeson, in piazza Vittorio Emanuele e facendo una strage. Gli scoppi e il fumo degli archibugi hanno fatto spaventare cani (in particolare quello dell’assessore Marianna Patrini, Vuitty) e persone, e attirato attorno alla rievocazione moltissime persone.

A termine del Sacco, gli esponenti dei due gruppi hanno illustrato al pubblico curioso il proprio equipaggiamento, comprensivo di qualche armatura e di molti scudi ed armi da taglio.

Quindi Guglielmi ha descritto varie tecniche di combattimento, con la daga, con lo spadone a due mani (per i mercenari con doppia paga) o con le alabarde, mentre i suoi esemplificavano quanto veniva descritto.

“Mostriamo cosa significasse ai tempi l’arte della guerra”, ha spiegato. Soddisfattissima la Patrini, ed il consigliere provinciale Pierluigi Tamagni.

Note: Articolo a cura di: Silvia Tozzi