Come già Spino d’Adda, Pandino e Bagnolo Cremasco, anche Rivolta d’Adda ha emesso l’ordinanza antiprostituzione, che punisce chiunque si fermi con le prostitute lungo il territorio comunale.

La Polizia Locale di Rivolta d’Adda (in altri paesi i controlli vengono per lo più svolti dai Carabinieri) ha attivato i controlli sul territorio comunale, spostandosi non con l’automezzo di servizio. Così facendo, gli agenti rivoltani hanno contestato ben sei violazioni. Tutto ciò nel breve volgere di cinque ore, il tempo durante il quale i vigili hanno percorso, in incognito, le zone più periferiche del paese. Ovvero, la strada provinciale 90, in particolare nel tratto che dal rondò con la Rivoltana procede verso Cassano d’Adda e la comunale in direzione di Casirate.

L′assessore Romano Ogliari, Lega Nord, reputa che il paese sia in mano al “degrado”, che però non è autoctono, ma “esportato da altri lidi, e che si avvicina sempre di più alle nostre case”. Secondo Ogliari il provvedimento (che ha avuto un iter lunghissimo, si è iniziato a parlare con il Prefetto di questa ordinanza, a livello sovracomunale, con il comune di Rivolta rappresentato dal sindaco, Lamberto Grillotti, in febbraio) è “un cuneo di legalità nel malaffare e nel commercio di favori illeciti, non tanto per pruriti perbenisti, ma perché consapevoli che, dietro la prostituzione si celano sfruttamento, criminalità organizzata, finanche schiavitù. La multa che può essere comminata da Polizia Locale e Carabinieri, è di 500 euro.

“Chi non ha di meglio da fare che cercare incontri a pagamento sulle strade, è meglio che eviti quelle rivoltane; qui non è il benvenuto e l’esperienza, per lui, rischia di non essere delle più piacevoli”,ha concluso Ogliari.

Note: Articolo a cura di Silvia Tozzi